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Lavorazione delle forbici a Premana nel secondo dopoguerra

Lavorazione di un coltello in una moderna azienda

Il portale internet delle aziende produttrici di forbici di Premana

La politica autarchica del regime fascista pone seri vincoli all'espansione sui mercati internazionali e allo stesso reperimento di materie prime, per le quali verranno condotte attività di esplorazione in Alta Val Varrone. Nel 1939, per rispondere alle necessità di approvvigionamento di energia elettrica i Collini, i Sanelli e i Gianola fondono le loro forze per dar vita ad una centrale elettrica, che entrerà in funzione nel 1941, quando però,  con lo scoppio della guerra e le priorità belliche, le stesse forniture di materia prima diventeranno precarie.
Nel secondo dopoguerra,  la ricostruzione postbellica  segna per Premana un ulteriore espansione della base produttiva che non conoscerà in futuro arresti, con la nascita di nuove attività perlopiù a carattere famigliare.  Le ditte nel 1951 sono ormai 31 e occupano 302 addetti, ma nel 1961 sono già salite a 85 mentre il numero degli addetti è cresciuto a 477. Il trend espansivo è confermato anche per i decenni successivi (nel 1971 le unità lavorative sono 139 e diventeranno nel 1981 184 ,con ben 871 addetti su una popolazione di poco più di 2000 abitanti). Nel 1974 nasce il consorzio Premax, che permetterà un ulteriore penetrazione nei mercati internazionali del "made in Premana". Sempre in questi anni prende vita, per iniziativa di 500 soci, la Cassa Rurale ed Artigiana, che consentirà un più facile accesso al credito per le iniziative produttive del paese, contribuendo ad un ulteriore espansione economica. Basti ricordare  infatti che dal 1972 al 1992 si è passati, per quanto riguarda le forbici, da 7 a 16 milioni di pezzi all'anno, che corrisponde a circa due terzi della produzione nazionale. Non meno rilevante la produzione di coltelli che, con circa 2 milioni e mezzo di pezzi all'anno, copre oltre il 50% della intera produzione del nostro paese. Il settore degli articoli da taglio, che dà lavoro a 140 officine artigianali, 40 imprese commerciali e a 4 industrie, garantisce complessivamente a Premana un fatturato di più di 80 miliardi. Per un piccolo paese di montagna questo non è un risultato trascurabile e assegna a Premana, come a Valenza Po o a Murano, lo status  di distretto industriale leader del settore.
L'unica industria a non produrre forbici o coltelli è la Camp, che invece è specializzata in articoli di montagna. Ma di prodotti che vengono dal ferro sempre si tratta. Infatti il core business è rappresentato dalle piccozze (50 mila l'anno che vengono esportate in tutto il mondo), ramponi, chiodi e moschettoni, che l'azienda produce da più di settant'anni